Il periodo che precede la primavera, con le sue belle giornate che invitano ad uscire, è davvero irresistibile per chi pratica la street photography.
Molti amatori ed intenditori la considerano la fotografia vera, perché ritrae il nostro tempo.
Certamente, il fulcro di questo genere fotografico è la gente comune: quella fotografata ai tavolini del bar, alle fermate degli autobus, dinanzi ad una vetrina o riflessa in una pozzanghera durante un acquazzone.
Forse proprio per questo, oggi i fotografi street devono fare i conti con le nuove normative sulla privacy che in certi casi limita di molto la loro libertà di scattare in pubblico.
In ogni caso, questo è un genere fotografico in cui si sono cimentati tanti grandi fotografi di fama internazionale come Robert Doisneau, Henri Cartier-Bresson, William Klein e il maestro Gianni Berengo Gardin.
Oppure gli italiani Tazio Secchiaroli e il suo allievo Rino Barillari, fotocronisti della mondanità della dolce vita a Roma tra gli anni ’50 e ’60, noti come i primi paparazzi.
Le loro immagini-simbolo raccontano da tempo la nostra storia e ci aiutano a ricordare come eravamo.
Ecco perché non possiamo chiamarla semplicemente fotografia di strada.
Buona Luce