La prima fotocamera digitale della storia

La prima fotocamera digitale della storia, attualmente in mostra al Museo Nazionale di Storia Americana dello Smithsonian di Washington, era molto diversa da come siamo abituati a concepire le fotocamere digitali oggi.

Infatti era dotata di un’ottica di una cinepresa Super-8, pesava quasi quattro chili, aveva le dimensioni di un tostapane e produceva un’immagine di 32X32 pixel, cioè 0,01 megapixel.

Il dati più sorprendenti però riguardano il supporto e la velocità, o meglio la lentezza di memorizzazione: 23 secondi per registrare lo scatto su una cassetta con un nastro digitale.

La Eastman Kodak Company, nota più semplicemente con il nome Kodak, ne realizzò il prototipo nel 1975 sul progetto dell’ingegnere elettronico statunitense Steven Sasson.

Grazie a questo esemplare unico, il suo ideatore ottenne la prestigiosa Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione, il massimo riconoscimento che il governo degli Stati Uniti conferisce a scienziati, ingegneri e inventori.

Ciò nonostante, tutto il progetto risultò divertente, ma troppo in anticipo rispetto ai tempi. Infatti, dopo il brevetto ci vollero molti anni perché l’idea trovasse un’applicazione pratica e la giusta diffusione sul mercato.

Questo perché all’epoca non esistevano adeguati supporti di archiviazione, e inoltre sembrava impossibile qualcuno avrebbe guardato volentieri le fotografie su uno schermo e non sulla carta.

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Ma soprattutto, i dirigenti sapevano che l’introduzione del digitale sul mercato avrebbe inevitabilmente danneggiato le vendite delle pellicole e di molti altri articoli per la fotografia tradizionale, di cui la Kodak deteneva il monopolio.

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